Fly

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Sunday 24 February 2013

Decisioni


Fidanzata da 8 anni. Lo molla ad agosto (lui in effetti un pesantone come pochi), incontra un altro. Iniziano una relazione.
La rivedo a Novembre, e’ indecisa, le manca il pesantone.
La rincontro a Dicembre e’ felice con il nuovo compagno, passeranno il capodanno via da qui, lontani dal freddo inverno.
A gennaio la ritrovo  incinta, contenta, un figlio era ciò che aveva sempre desiderato anche con l’altro.
A Febbraio invece, non sa più cosa vuole, forse non vuole più il nuovo fidanzato, forse rivuole l’ex. Forse no. Forse non vuole il bambino.
Chiede a me che fare.
A me? Cosa avrei mai potuto dirle?
Avrei potuto dirle che io non avrei dubbi, avrei sicuramente mille paure, ma l’idea di non andare avanti non mi sfiorerebbe nemmeno. Lo so che e’facile dire “io terrei il bambino anche da sola”, in fondo a me non e’capitato.
E non giudico nessuno che decida diversamente, però nel mio cuore penso davvero che alle porte dei 40 anni, le nostre azioni non possono essere risolte da un’iniezione, ancora di più quando si e’ in ottima salute e si ha un lavoro. Capisco che la vita cambierebbe radicalmente per sempre e capisco anche che vivere in un paese straniero senza la famiglia d’origine rende ogni cosa più difficile, e che tutto questo spaventi non poco, ma nonostante ciò non credo che quella sia la soluzione….
Invece non ho detto niente di tutto questo, ma solo che certe decisioni vanno prese con coraggio ed esclusivamente con la propria coscienza e poi se questo bambino domani ci sarà, ci sarò anch’io, che ormai come zia ho una certa esperienza.

Sunday 3 February 2013

Fai bei sogni



Letto tutto d'un fiato, due serate e  non l'ho spostato dal comodino...anzi ogni tanto lo porto sul divano e mi ritrovo ad aprirlo a casaccio per rileggerne un pezzetto.
Tante di quelle frasi sono i miei pensieri più intimi. 
Perdere un genitore quando si e' piccoli, ( io ero un'adolescente innamorata di papà ), e' un'ingiustizia che non passa neanche a 39 anni. 
Anche io, non amo parlarne, ancora oggi mi fa male, mi si rompe la voce ancor prima di iniziare. 
Anche io, mi chiedevo perché a me, perché quando tutte parlavano di cosa comprare per la festa del papà, io potevo solo limitarmi a un mazzo di fiori da portare al cimitero.
Avrei voluto passare serate ad ascoltare racconti su di lui, a condividere i ricordi che, chi lo ha conosciuto, conserva, ma forse per un meccanismo di auto-protezione, conversazioni di questo tipo, in famiglia, si sono sempre limitate al minimo.
Continuo a pensare a tutti gli insegnamenti che non ha fatto in tempo a darmi, al sostegno che mi e' mancato e che mi avrebbe reso un donna più sicura.
Sarei stata una persona migliore se lo avessi avuto accanto un po' più a lungo? Sarei, forse, stata capace di amare senza riserve e timori?
Penso proprio di si.
Quel giorno un vuoto emotivo si e’ generato, nello stesso istante in cui lui e' andato via, giuro che l’ho avvertito chiaramente.
Da allora convivo,con questa voragine interiore, sognando che prima o poi riesca a trovare il modo di colmarla....e poi subito dopo penso che forse e’ meglio che resti così profonda, paradossalmente la vita e’ meno rischiosa. 

Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più. Nelle infatuazioni a senso unico l'oggetto del nostro amore si limita a negarci il suo. Ci toglie qualcosa che ci aveva dato soltanto nella nostra immaginazione. Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe bruscamente il flusso di un'energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d'indefinito.

 "Fai bei sogni" di Massimo Gramellini