Fly

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Sunday 29 May 2016

New York

Strade ampie, grattacieli e parchi che avevo già vissuti attraverso i film che ho amato. 
Anche all’Empire State Building ero già stata, insieme ad Harry and Sally e quando a capodanno lui le dice : “I want the rest of my life to start as soon as possible” ero li' a far mia quella frase benaugurale.
L’appartamento all’ottavo piano di Park avenue, all’angolo con la 34esima strada, un mini gioiello nel cuore di Manhattan. 
Le note di un sax che mi accompagnano in metropolitana mentre leggo le poesie delle "art cards", esposte sui vetri dei treni.
Opulenta, arrogante eppure fragile. Multiculturale e tanto americana.
Sfacciata ed egocentrica.
Sofisticata, con i suoi cocktail che iniziano ad accompagnarti già dal brunch e le gallerie d’arte che trovi un po’ ovunque.
Il Blue Note che era il mio sogno da sempre.
Le mattine di yoga a Brooklyn… e sarà forse per questo che lì mi sentivo a mio agio più che in ogni altro quartiere.
E poi le milonghe al molo, un tango dietro l’altro, in abbracci caldi che riparavano dall’aria fredda della sera.
Harlem, umana e nostalgica, con l’ultimo pranzo a base di uova strapazzate, bellini e musica jazz, prima di prendere l'ultimo taxi giallo verso l’aeroporto.