Un risveglio lento, come ogni domenica dovrebbe meritare.
I pensieri che iniziano
a prendere forma, ancor prima del profumo del caffè.
La luce che inizia a
far parte della giornata.
Il cellulare sul
comodino, con il buongiorno della mia famiglia, racchiuso in quel gruppo whatsup
che unisce, come un filo magico, Italia, Inghilterra e Giappone.
Una giornata di sole,
anche se l’aria fuori è pungente, ma è la sensazione che provo correndo per i
canali che mi spinge ad andare, perché lì tra anatre, barche e altri runners,
sono in fondo sola soletta con le mie cuffie e i miei pensieri.
A lui che è tornato
dal Messico e non ci siamo ancora visti.
Antonio che decide di
trasferirsi in Marocco perché qui non è felice.
Rekha che da New York
mi comunica, di essere bloccata su Park avenue per via
di un pacco sospetto.
Mio fratello che diventerà
papà di un bebè calabro-nipponico.
Penso ai prossimi
viaggi, da quello in Italia a capodanno, a tutti quelli che vorrei fare per
amore del tango.
Al discorso con
Stephanie su cosa sia la “connection” in tango, e sulla possibilità che tra gli
inglesi è forse più difficile trovarla.
Rallento il passo,
riprendo il respiro, e sento che i battiti del cuore diventano più regolari.
E mi viene in mente Massimo,
come in ogni momento, in cui tutto ciò che vorrei, è stabilità ...e il mare di fronte
da poter ammirare.