Fly

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Sunday, 17 June 2018

Serie B

Dopo 15 anni, la squadra di calcio della mia città è tornata in serie B. I festeggiamenti sono durati tutta la notte, così mi racconta mia madre. Ed oggi, con i calciatori tornati in città, si continua a far festa.
Io la felicità di una città intera, che esplode nelle ore tarde della sera e continua fino a notte fonda, me la ricordo bene.
Era già successo il 5 giugno del 1988, non avevo ancora compiuto 15 anni e mio padre era andato via da una settimana, per sempre. 
Io, tutta quella felicità per una squadra di calcio, davvero non la capivo, anzi l’ho odiata e, al tempo stesso, invidiata. Avrei voluto sostituire il senso di vuoto che provavo, con quell’ entusiasmo che aveva coinvolto tutti.
E ci ripenso spesso, non al Cosenza in serie B, ma a quella ragazzina completamente persa in un dolore troppo più grande di lei. Me la ricordo bene quell' adolescente che non esternava nulla di ciò che aveva dentro, invece la cosa migliore da fare, sarebbe stata uscire da casa e unirsi a quella baraonda, con la speranza di farsi contagiare un po’ da tutta quella felicità. 

Friday, 4 May 2018

L’odore della nostalgia.

Tra tutti I viaggi, questo è stato sicuramente quello più desiderato.
Un viaggio che se dovessi descrivere con un aggettivo, vorrei che fosse “avvolgente “. Come il caldo appena scesa dall’aereo, come la musica suonata ovunque e ad ogni ora, come i sorrisi della gente, come le attenzioni del mio compagno di viaggio. Di Cuba porto con me, il naso bruciato dal sole, la storia di Anita (guida turistica senza licenza), le colazioni di Kenia (la ragazza che gestiva la casa particulare ), il tango con Emilio ( ragazzo che impara a ballare con i video su youtube ). Porto con me il concetto di “razioni alimentari”, il gesto di Juan che con la mano fa un movimento circolare, come a mostrarmi tutta la sua casa, e la sua frase: “This is the real Cuba”.Mi porto dentro le 50 sfumature di blu del mare dei caraibi, l’odore della nostalgia e la speranza che non ci sia mai nessuno davanti alla porta dei nostri sogni. In qualsiasi angolo del mondo.




Monday, 4 December 2017

Short story di un weekend perfetto.



In assoluto, la cosa che mi piace di più di Londra è la gente che incontro in metropolitana, che ha origini più disparate, gli accenti più diversi, i colori più differenti.
E gli occhi che incrocio sulle scale mobili. Di mamme e bambini, di innamorati, di instancabili adolescenti, di anziani, di turisti, di gente esattamente come me. Tutti sempre vicini, su quelle scale che non hanno alcuna stabilità.
Li guardo e cerco sempre di immaginare qualcosa in più di quello che vedo, di scrutarli. Cerco di capire da dove vengono, chi sono veramente.
Mi domando se sono felici.
Felici come me in questo weekend di perfezione.
Grazie ad un musical che mi ha fatto sognare. Grazie a una mattina nel mercato più vivo, che Londra possa ospitare. Un mercato che è ancora una volta la dimostrazione di quanto sia bella l’umanità. In tutte le sue differenze. Bella perché piena di odori, sapori, colori, vestiti vintage e cianfrusaglie piene di folklore. Un mercato che racchiude un mondo intero.
Un weekend in un piccolo albergo, dove le chiavi si girano ancora nelle serrature, dove la marmellata di arance è fatta in casa e le colazioni sono più buone, perché profumano di pane fresco.
Un weekend di tango in piena atmosfera natalizia, con tanto di albero e lucine colorate, dove la gente si perde in abbracci, forse con la speranza di ritrovare un po’ di sé, tra i battiti del cuore dell’altro.
Un weekend di carte immischiate e partite perse, di risvegli con baci sulla fronte, che hanno il sapore della felicità perché senti che sono il punto più alto o forse più vero dell’amore.

Sunday, 12 November 2017

Domenica

Un risveglio lento, come ogni domenica dovrebbe meritare.
I pensieri che iniziano a prendere forma, ancor prima del profumo del caffè.
La luce che inizia a far parte della giornata.
Il cellulare sul comodino, con il buongiorno della mia famiglia, racchiuso in quel gruppo whatsup che unisce, come un filo magico, Italia, Inghilterra e Giappone.
Una giornata di sole, anche se l’aria fuori è pungente, ma è la sensazione che provo correndo per i canali che mi spinge ad andare, perché lì tra anatre, barche e altri runners, sono in fondo sola soletta con le mie cuffie e i miei pensieri.
A lui che è tornato dal Messico e non ci siamo ancora visti.
Antonio che decide di trasferirsi in Marocco perché qui non è felice.
Rekha che da New York mi comunica, di essere bloccata su Park avenue per via di un pacco sospetto.
Mio fratello che diventerà papà di un bebè calabro-nipponico.
Penso ai prossimi viaggi, da quello in Italia a capodanno, a tutti quelli che vorrei fare per amore del tango.
Al discorso con Stephanie su cosa sia la “connection” in tango, e sulla possibilità che tra gli inglesi è forse più difficile trovarla.
Rallento il passo, riprendo il respiro, e sento che i battiti del cuore diventano più regolari.

E mi viene in mente Massimo, come in ogni momento, in cui tutto ciò che vorrei, è stabilità ...e il mare di fronte da poter ammirare.